Il Magnificat è un cantico contenuto nel primo capitolo del Vangelo di Luca con il quale Maria loda e ringrazia Dio, perché si è
benignamente degnato di liberare il suo popolo. Per questo è conosciuto anche
come cantico di Maria.
Magnificat è la prima parola che Maria pronuncia rispondendo al saluto della cugina Elisabetta, al momento del loro incontro, dando origine a un cantico di ringraziamento e di gioia.
Il cantico individua in tre fasi diverse la storia della salvezza interpretata alla luce dei nuovi avvenimenti che si stanno realizzando: nella prima parte (vv.48-50) viene esaltata la bontà dell'Onnipotente e la disponibilità di chi accetta di condividere il suo disegno; nella seconda parte (vv. 51-53) si annuncia un capovolgimento di prospettiva: la fedeltà del Salvatore, che ha già dato storicamente prova della sua bontà, non è una fumosa speranza utopica; nella terza parte (vv. 54-55) si prende coscienza che le promesse fatte ad Israele stanno trovando il loro compimento: Gesù è la pienezza ed il compimento della salvezza promessa.
La prima versione musicale del Magnificat, opera BWV 243 in re maggiore, ad opera di Johann Sebastian Bach, risale al 1723. La versione era in mi bemolle maggiore.
Bach si era appena trasferito a Lipsia, dove aveva accettato il ruolo di Kantor pressola
Thomaskirche. I suoi compiti, descritti minuziosamente nel
contratto, comprendevano quello di "portare a buon livello la musica nelle
due chiese principali della città" e contemporaneamente di "istruire
diligentemente i ragazzi non solo nella musica vocale ma anche in quella
strumentale, affinché le chiese non dovessero sostenere costi non
necessari". La situazione nella realtà era ancora più difficoltosa: la
famiglia Bach si trasferì nella Thomasschule, un’istituzione
agostiniana con lo scopo di dare una formazione generale ai ragazzi poveri.
Come se non bastasse, Bach era costretto ad accettare allievi con scarsissime
doti musicali e ad arrangiarsi per la parte strumentale, nonostante la richiesta
di qualità fosse altissima: Bach doveva, infatti, comporre una cantata per ogni
domenica e giorno festivo, per accompagnare la funzione religiosa e tutte le
musiche per gli Accidentem
(matrimoni, funerali, feste) e le cerimonie. Il caso della prima versione del
Magnificat è emblematico: composto per i Vespri del suo primo Natale a Lipsia,
quest'opera "scintillante, forte, tenera, sensuale, composta di dodici
brevi sequenze di affascinante diversità che costituiscono la migliore delle
introduzioni all'opera di Bach è un'opera di difficile esecuzione. E oggi ci si
può chiedere come Bach sia riuscito a ottenere dai suoi giovani dilettanti,
coristi e solisti, la perfezione - su cui non transigeva - nell'esecuzione
dello scintillante primo coro e del Gloria finale, dell'Omnes generationes o ancora del trio Suscepit Israel in cui gli oboi all'unisono fanno intendere il
Magnificat gregoriano del 9° tono". (Roland de Candé, Johann Sebastian
Bach, Studio Tesi, Pordenone 1990). Nel periodo tra la prima e la seconda
versione del Magnificat (che risale
più o meno agli anni tra il 1728 e il 1731), Bach mette al mondo otto figli e
ne perde quattro. Le poche testimonianze sulla sua vita mettono comunque in
evidenza questa capacità di lavorare indefessamente anche se circondato da
grandi difficoltà interiori e pratiche: "Anziché abbatterlo, le difficoltà
sembrano rafforzarlo. Affronta il mondo in blocco con convinzione e lucidità,
realizzando uno splendido equilibrio tra affettivo, mentale e
sensuale...". Compone velocemente, a tavolino, ed è sempre puntuale.
Spesso rielabora, trasformando ad esempio cantate profane in cantate sacre,
rimescolando con un'inventiva che lo porta in ogni sua opera a nuove scoperte.
La seconda versione del Magnificat, in re maggiore
(tonalità che meglio si addice alle trombe), ha differenze di strumentazione (i
flauti a becco sono sostituiti da flauti traversi) e non presenta i quattro
cantici, due inni latini e due cantici luterani, che intervallavano il Magnificat in mi bemolle. Rimane comunque
una composizione ricca e trionfale, composta da arie e cori brevi senza da
capo, lontano dallo spirito declamatorio degli oratori e delle passioni, ma con
forti elementi di spettacolarità: il coro (Omnes generationes) che interrompe
l'aria di soprano (Quia respexit), l'esuberanza del coro iniziale e del Gloria
finale, "l'esplosione del Fecit
potentiam e il tenero e sublime Suscepit
Israel...".
Magnificat è la prima parola che Maria pronuncia rispondendo al saluto della cugina Elisabetta, al momento del loro incontro, dando origine a un cantico di ringraziamento e di gioia.
Il cantico individua in tre fasi diverse la storia della salvezza interpretata alla luce dei nuovi avvenimenti che si stanno realizzando: nella prima parte (vv.48-50) viene esaltata la bontà dell'Onnipotente e la disponibilità di chi accetta di condividere il suo disegno; nella seconda parte (vv. 51-53) si annuncia un capovolgimento di prospettiva: la fedeltà del Salvatore, che ha già dato storicamente prova della sua bontà, non è una fumosa speranza utopica; nella terza parte (vv. 54-55) si prende coscienza che le promesse fatte ad Israele stanno trovando il loro compimento: Gesù è la pienezza ed il compimento della salvezza promessa.
La prima versione musicale del Magnificat, opera BWV 243 in re maggiore, ad opera di Johann Sebastian Bach, risale al 1723. La versione era in mi bemolle maggiore.
Bach si era appena trasferito a Lipsia, dove aveva accettato il ruolo di Kantor presso
Il Poeta
Il testo da
cui trasse ispirazione il compositore tedesco è di San Luca evangelista, venerato come santo dalla Chiesa
cattolica e dalla Chiesa
ortodossa e considerato l’autore del Vangelo secondo Luca e degli Atti degli Apostoli, il terzo ed il quinto
libro del Nuovo Testamento.
Luca era nato ad Antiochia da
famiglia pagana ed esercitava la professione di medico. Il suo
emblema era il bue. Morì all'età di 84 anni e sarebbe stato sepolto a Tebe,
capitale della Beozia.
Secondo quando riportato da San Girolamo (De viri ill. VI, I), le
sue ossa furono trasportate a Costantinopoli
nella famosa Basilica dei Santi Apostoli. Le sue spoglie giunsero poi a Padova, dove
tuttora si trovano nella basilica di santa Giustina; solo la testa
è invece conservata a Praga.
L'opera lucana è scritta in un greco
colto e merita una certa attenzione anche come opera letteraria della grecità.
Lo stile narrativo del vangelo si presenta più elaborato di quello degli altri
vangeli e rivela un’ indagine compositiva senza eccessi.
Il Compositore
Johann
Sebastian Bach nasce il
14/03/1685 a Eisenach da una famiglia di musicisti. A 10 anni rimane
orfano e viene educato dal fratello maggiore che gli impartisce lezioni di
organo e clavicembalo.
Nel 1700 si trasferisce a Luneburg,
dove entra a far parte del coro della Michaeliskirche come corista. Dopo essere
stato per poco tempo violinista presso la corte di Sassonia - Weimar, nel 1703
diviene organista titolare di S. Bonifacio ad Arnstadt e, in breve tempo,
diventa famoso.
Nel 1705 intraprende un viaggio a
piedi, poi diventato leggendario (400 km), per andare a Lubecca ad ascoltare
l'allora famoso organista D. Buxtehude, che Sebastian ammirava particolarmente
per le sue composizioni. Bach si stabilisce a Weimar e qui compone un gran
numero di pezzi per organo e le Cantate,
poco apprezzate dai contemporani, che lo stimano invece come organista,
seguendo in massa i concerti che tiene dal 1713 al 1717 a Dresda, Halle, Lipsia
e in altri centri.
Nel 1717 assume la carica di maestro
di cappella alla corte riformata del principe Leopoldo di Anhalt-Cothen a
Kothen, con l'incarico di comporre Cantate
d'occasione e musiche concertistiche.
Nel 1723 si trasferisce a Lipsia e
accetta il posto di Kantor nella chiesa di S. Tommaso, compone un gran numero
di Cantate Sacre e le celeberrime
grandi Passioni, ritornando alla musica
strumentale solo verso il 1726.
Dal 1729 al 1740 Bach è direttore del
Collegium Musicum universitario per
il quale continua la sua opera di compositore di musica per clavicembali e
musica strumentale varia.
Nel 1747 il re Federico II di Prussia
lo invita a Potsdam, riservandogli grandi onori e assistendo ammirato alle sue
magistrali improvvisazioni. Verso il 1749 la salute del compositore comincia a
declinare, la vista si affievolisce sempre più e, diventato cieco, detta
la sua ultima, immensa composizione (rimasta purtroppo incompiuta) l'Arte della fuga.
Muore a Lipsia il 28 luglio 1750. La
sua musica (pubblicata in 59 volumi), viene riscoperta solo nel 1829, grazie ad
un'esecuzione di Mendelssohn della Passione
secondo Matteo.
Lo Stile
Bach, esponente della famiglia di
musicisti tedeschi più nota ai suoi tempi (il cognome "Bach" era
addirittura usato come sinonimo di "musicista di corte"), operò una
sintesi mirabile fra lo stile tedesco, francese e le opere dei compositori
italiani, dei quali trascrisse numerosi brani, assimilandone soprattutto lo
stile concertante. Bach, infatti, era capace di cogliere e utilizzare ogni
risorsa del linguaggio musicale disponibile al suo tempo. Sapeva combinare in
una sola composizione la configurazione ritmica di una danza francese, la
levità della melodia italiana e la complessità del contrappunto tedesco. Egli
valorizzava inoltre al massimo l'importanza che ogni voce e ogni strumento
aveva per l'insieme. Quando la musica era associata a un testo, essa seguiva da
vicino ciò che veniva espresso verbalmente: così una melodia ondeggiante poteva
rappresentare il mare e un canone raffigurare l'adesione dei fedeli agli
insegnamenti del Cristo. La musica, sempre aderente
al testo, lo nobilita immensamente con la propria espressività e intensità
spirituale. La maestria nel valutare e sfruttare i mezzi, gli stili e i
generi del suo tempo gli permetteva di ottenere straordinarie trasposizioni di
linguaggio. Bach era in grado, ad esempio, di trasformare una composizione
italiana d'assieme, come un concerto per violino, in un convincente pezzo per
strumento solista. La sua tendenza per le costruzioni complesse trovò la
massima espressione nelle numerose opere per clavicembalo e organo. Con
raffinati espedienti egli riuscì a scrivere in modo polifonico persino per
strumenti melodici come il violino e il violoncello. L'enorme sapienza tecnica
e la potente espressività della musica di Bach sono gli indubbi elementi della
sua grandezza. La sua opera costituì la summa e lo sviluppo delle svariate
tendenze compositive della sua epoca; il grado di complessità strutturale, la
difficoltà tecnica e l'esclusione del genere melodrammatico, tuttavia, resero
la sua opera appannaggio solo dei musicisti più dotati, e ne limitarono la
diffusione su larga scala.