Le seguenti informazioni sulla musicoterapia hanno l'intento di far conoscere meglio una
disciplina che si sta diffondendo, senza arresto, in vari ambiti: medico-scientifico,
sociale, educativo e psicologico.
UN PO’ DI STORIA
L'uso della musica a scopi terapeutici è documentato in
numerose civiltà dal mondo antico ad oggi, prevalentemente all'interno di un
modello di pensiero magico-religioso o sciamanico. Si hanno numerosi riferimenti
in tal senso.
Nella Bibbia, si legge:
Lo
spirito del Signore si era ritirato da Saul ed egli veniva atterrito da uno
spirito cattivo, da parte del Signore. Allora i servi di Saul gli dissero:
«Vedi, un cattivo spirito sovrumano ti turba. Comandi il signor nostro ai
ministri che gli stanno intorno e noi cercheremo un uomo abile a suonare la
cetra. Quando il sovrumano spirito cattivo ti investirà, egli metterà mano alla
cetra e ti sentirai meglio». […]Davide giunse da Saul e cominciò a stare
alla sua presenza […]. Quando dunque lo spirito sovrumano investiva Saul,
Davide prendeva in mano la cetra e suonava: Saul si calmava e si sentiva meglio
e lo spirito cattivo si ritirava da lui. (1 Samuele, 14ss)
La musicoterapia trovava un’ampio utilizzo nell’antica
Grecia. La musica greca si basava sulle Harmonìai, che erano delle successioni
di suoni (scale discendenti), ma probabilmente l’harmonìa comprendeva anche il
ritmo, i modi di esecuzione, melodie tradizionali. I Greci ritenevano che ogni
harmonìa causasse un ethos, cioè un particolare effetto sull’animo. Ad esempio
l’harmonìa dorica, quella più strettamente legata alla lyra, grave e composta,
determinava nell’animo compostezza e moderazione; mentre l’harmonìa frigia
causava emozioni sfrenate. La teoria dell’ethos pervadeva completamente la
visione greca della musica: alla musica veniva attribuito un potentissimo
effetto non solo sull’animo, ma anche sul corpo umano (ci sono giunte prescrizioni
terapeutiche di melodie frigie per guarire la sciatica).
Platone attribuisce alla musica un potere di
“catarsi allopatica” (purificazione ottenuta per mezzo di elementi opposti a
quelli che hanno causato il male). Una determinata musica può infondere una
determinata virtù a chi ne è privo o a chi è in preda di un vizio,
purificandolo. (Platone, Repubblica, IV,424c).
Aristotele,
invece, attribuisce alla musica un potere di “catarsi omeopatica”
(purificazione ottenuta per mezzo di elementi simili a quelli che hanno causato
il male). Anche un ethos negativo è accettabile perché, attraverso un
perturbamento controllato, l’animo può espellere fuori di sé le proprie
negatività e ritornare al suo stato normale, come dopo una cura medica.
(Aristotele, Politica, VIII, 1324 a-b)
Il concetto di musicoterapia come disciplina scientifica si
sviluppa solo all’inizio del secolo XVIII. Il primo trattato di musicoterapia
risale alla prima metà del 1700 a cura di un medico musicista londinese,
Richard Brockiesby.
Nei tempi moderni lo studio e la diffusione della
musicoterapia ha inizio dopo la grande guerra, soprattutto nel contesto
anglo-sassone .
In Italia è necessario aspettare fino al 1994, quando
nasce la CONFIAM (ConFederazione Italiana Associazioni e scuole di Musicoterapia).
Solo nel 2005 il Decreto Ministeriale del 23 Novembre 2005, prot. N. 484, il
MIUR ha dato via libera per la sperimentazione di un Diploma di
specializzazione in “Musicoterapia” presso i conservatori di musica di Verona e
dell’Aquila.
Cosa è la Musicoterapia? Un po’ di definizioni.
Esistono molte
definizioni di musicoterapia, tutte che fanno riferimento a modelli
musicoterapici ben precisi.
La World
Federation of Music Theraphy (Federazione mondiale di Musicoterapia) ha dato,
nel 1996, la seguente definizione: “La musicoterapia è l’uso della musica e/o
degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un
musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a
facilitare e a favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la
motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi
terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali,
sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali
e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare
l’integrazione intra e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la
qualità della vita grazie ad un processo preventivo, riabilitativo o
terapeutico”.
Un’altra
definizione descrive la musicoterapia in questi termini:
“La
musicoterapia è una tecnica mediante la quale varie figure professionali,
attive nel campo dell'educazione, della riabilitazione e della psicoterapia,
facilitano l’attuazione di progetti d’integrazione spaziale, temporale e
sociale dell’individuo, attraverso strategie di armonizzazione della struttura
funzionale della persona, per mezzo dell’impiego del parametro musicale; tale
armonizzazione viene perseguita con un lavoro di sintonizzazioni affettive, le
quali sono possibili e facilitate grazie a strategie specifiche della
comunicazione non verbale”. (Postacchini, Ricciotti, Borghesi).
La
musicoterapia, quindi, mira a facilitare e favorire la comunicazione, la
relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e
altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità
fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive del paziente.
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