mercoledì 18 settembre 2013

L'EVOLUZIONE... in pillole


Le specie animali hanno cercato, nel corso del tempo, di adattarsi all’ambiente e il loro aspetto fisico (colore, forma delle zamp, del collo, ecc.) ne è una prova.
Le strisce bianche e nere della zebra, ad esempio, sono probabilmente una forma di adattamento all’ambiente, perché rendono l’animale meno visibile agli occhi dei predatori.
Anche molti predatori si mimetizzano nell’ambiente, grazie al colore del mantello e alla presenza di macchie (come nei leopardi, nei ghepardi, ecc…).
Ma cos’è una specie?
E’ un insieme di individui che presenta le seguenti caratteristiche:
·         Vivono nello stesso ambiente;
·         Si somigliano;
·         Discendono da genitori della stessa specie.
Esiste però una specie che presenta caratteristiche molto diverse in tutto il pianeta, cioè l’uomo.
Carl Von Linnè (Linneo) è il naturalista che più ha contribuito a sviluppare il concetto di specie. Il suo sogno era quello di compilare un catalogo di tutte le specie animali e vegetali che vivono sulla terra.
Egli, nel 1758, ideò la nomenclatura binomia (sistema con doppio nome della specie), ma anche un efficace sistema di descrizione degli esseri viventi, che metteva in evidenza gli aspetti caratteristici e immediatamente visibili di ogni vegetale e di ogni animale
L’idea fondamentale di Linneo era che le specie erano fisse e non si modificavano se non in minima parte. La sua classificazione parte dagli esseri viventi più semplici a quelli più complessi.

VEGETALI
1)      batteri
2)      funghi e muffe
3)      alghe azzurre
4)      diatomee-dinoflagellati
5)      muschi
6)      equiseti
7)      piante senza fiori
8)     piante con fiori (monocotiledoni, dicotiledoni)

ANIMALI
1)      Protozoi
2)      Poriferi
3)      Celenterati
4)      Vermi piatti
5)      Vermi cilindrici
6)      Anellidi
7)      Antropodi
8)      Molluschi
9)      Echinodermi
10)  Pesci
11)  vertebrati

Col passare degli anni e con i nuovi studi, si diffondono varie teorie. Una di queste è che non era vero che le specie fossero fisse e non si modificassero, come sosteneva Linneo.
Lamarck, un giovane naturalista, per esempio, iniziò a sostenere che:
·         in tutti gli esseri viventi esiste una sorprendente capacità di adattarsi all’ambiente
·         la perfezione degli organi è stata raggiunta gradualmente attraverso piccole mutazioni, miglioramenti, nel corso delle varie generazioni.
·         Il graduale miglioramento degli organi ha portato alla nascita di nuove specie diverse da quelle degli antichi progenitori.
Vediamo la teoria di Lamarck riguardo all’allungamento del collo delle giraffe.
Secondo Lamarck, l’allungamento del collo della giraffa era frutto di una spinta interna al miglioramento. Un tempo le giraffe avevano il collo corto; tra queste giraffe, però, ce n’erano alcune che avevano questa spinta interna, che ha portato all’allungamento del loro collo. Il naturista conclude la sua teoria dicendo che tutte le specie animali erano collegate tra loro, perché tutte derivavano da un unico progenitore. Questa teoria, però, non teneva in considerazione l’eredità dei caratteri acquisiti.
Come abbiamo detto esistono diverse teorie che cercano di spiegare il motivo per cui esistano specie animali e vegetali così diverse, ma possiamo individuare due grandi gruppi di teorie:
1)      Le teorie dei VITALISTI, o CREAZIONISTI: le specie sono state create tutte così come le vediamo oggi.
2)      Le teorie degli EVOLUZIONISTI: le specie discendono tutte per evoluzione (sviluppo), da un primordiale e semplicissimo antenato comune.
La teoria dell’evoluzione è stata esposta per la prima volta nel 1859 da Charles Darwin.
Darwin parte dalle teorie degli scienziati che erano venuti prima di lui (Linneo, Lamarck e Cuvier) e individua gli aspetti che per lui sono veri, eliminando quelli che per lui che sono falsi.
LINNEO:
·         Inventa il concetto di specie;
·         Inventa un sistema di classificazione delle specie;
·         Linneo ritiene che le specie siano frutto di una creazione;
·         Le specie si mantengono uguali nel tempo.
LAMARCK:
·         Lamarck ritiene che le specie si modificano nel tempo;
·        Tutte le specie derivano da un antenato comune;
·         Egli non crede che i caratteri acquisiti vengano trasmessi di generazione in generazione, ma che i cambiamenti sia causati da una “spinta al miglioramento”
CUVIER:
·         Curvier mette in dubbio l’idea dell’armonia della natura, dimostrando che molte specie si sono estinte per sempre.
Darwin effettuò un lungo viaggio, durante il quale esplorò la Patagonia e la terra del fuoco, il Cile, il Perù, ecc.
Egli scoprì così diversi ambienti naturali, con le loro specie viventi. In particolare, rimase colpito dalle isole Galapagos. Qui si trovò di fronte a specie particolarissime: tartarughe giganti, iguana di terra e iguana marine, uccelli vari, ecc. Notò che questi animali, che vivono su isole diverse, ma tutto sommato vicine, presentano caratteristiche diverse tra loro.
Darwin classificò tutte le specie da lui incontrate, utilizzando il sistema di Linneo.
Dai suoi viaggi e dalle sue riflessioni nacquero le seguenti idee:
·         In seguito al ritrovamento di moltissimi fossili egli si convinse che moltissime specie animali e vegetali si estinsero nel corso dei secoli, ma questa estinzione non fu causata da una catastrofe;
·         Molti fossili ritrovati presentavano caratteristiche molto simili a specie animali o vegetali ancora viventi. Egli inizia a pensare che dalle specie estinte si fossero sviluppate specie che seppero adattarsi meglio all’ambiente.
·         Esistono tantissime specie di individui che però hanno caratteristiche diverse tra loro.
Studiando l’allevamento dei piccioni e analizzando le varie “razze” di piccioni selezionate artificialmente dall’uomo, per ottenere specie particolari, più resistenti o più belle, Darwin giunge ad affermare che lo stesso processo avviene anche in natura.
Darwin afferma che la natura sceglie gli animali più adatti all’ambiente in modo automatico, secondo un meccanismo che, però, egli non riusciva a scoprire.
Nel 1838 Darwin ha delle nuove intuizioni:
·         Gli esseri viventi producono molti più figli di quanto gli ambienti naturali non riescano a nutrire
·         L’insufficienza di alimenti e le avversità dell’ambiente, però, limitano queste cifre
·         Questa eliminazione opera la selezione in modo naturale. Per questo Darwin parla di SELEZIONE NATURALE.
Lo studioso sosteneva che gli esseri viventi si riproducono in quantità superiori alle reali possibilità di nutrizione e sopravvivenza. Gli individui, tuttavia, nascono con caratteristiche diverse e le variazioni compaiono in modo casuale. Alcuni mutamenti risultano più adatti alla sopravvivenza. L’ambiente conserva in vita solo gli individui con le variazioni più adatte, gli altri si estinguono. Le modifiche vengono tramandate di generazione in generazione, in quanto gli individui, che presentano caratteri diversi, si incrociano tra loro e questo consente di tramandare ai figli le variazioni migliori di ogni singolo individuo. La selezione favorisce la conservazione dei caratteri più favorevoli, poiché gli individui che non presentano tali caratteri muoiono.
Attraverso queste idee, Darwin giunge a spiegare il perché le giraffe avessero il collo lungo. Nel corso di milioni di anni, infatti, le mutazioni genetiche che portarono alcuni individui ad avere un collo (sempre) più lungo si rivelarono vantaggiose: questi individui potevano raggiungere più facilmente le foglie di alberi alti, il che, in condizioni di scarsità di cibo, determinò un migliore adattamento all'ambiente, rispetto agli individui col collo più corto.
Le giraffe con il collo lungo sopravvissero, mentre quelle col collo corto scomparvero perché:
·         Avevano una migliore capacità di procurarsi il cibo,
·         maggiore probabilità di sopravvivere, di raggiungere l'età della riproduzione e di riprodursi
·         la maggiore probabilità di trasmettere il proprio patrimonio genetico (e quindi la lunghezza del collo) alle generazioni successive.
Inoltre, studiando le differenze nel becco dei vari fringuelli delle Galapagos (becco a “schiaccianoci”, a “pinza”, a “cesoia”….), Darwin ritiene che ogni individuo viene ad avere un suo ruolo nell’economia della natura; cioè gli individui simili si differenziano per poter sopravvivere, per mangiare cibi diversi,ecc.
Per spiegare meglio questo concetto, Darwin cita l’esempio delle iguane delle Galapagos.
Le iguane marine e quelle terrestri sono due specie simili. Darwin spiega così le differenze.
·         In primo luogo le iguane sono originarie delle foreste del Sud America; per qualche motivo un gruppo di iguane è giunto nelle isole delle Galapagos.
·         Inizialmente le iguane erano verdi; alcune iguane però nacquero con un colore più scuro… risultando + mimetizzate con il terreno delle Galapagos (per questo non venivano mangiate dagli uccelli) e riuscirono a sopravvivere.
·         Il cibo sull’isola iniziò a scarseggiare per questi individui; ancora una volta “il caso” va in aiuto di alcune iguane. Alcune nacquero con maggiore resistenza al nuoto e cominciarono a cercare cibo in acqua (le alghe).
·         Le iguane nuotatrici ebbero successo e occuparono una nuova nicchia ecologica.
È per questo motivo che si svilupparono due specie di iguane: quelle terrestri, che occupavano la nicchia ecologica del terreno e quelle marine, che occupavano la nicchia ecologica del mare.

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