Gli
studi di Leonardo da Vinci, artista che visse un secolo prima del padre della scienza
moderna, Galileo Galilei, furono importantissimi per la scienza moderna stessa.
Leonardo,
infatti, riteneva che il disegno potesse essere uno strumento indispensabile
per studiare la natura e, nel 1482, quando lasciò Firenze per trasferirsi a
Milano, dove era vivo l’interesse per la tecnologia, egli cominciò a utilizzare
seriamente il suo talento di disegnatore, per studiare l’anatomia umana.
L’artista,
però, non si accontentò di saper disegnare l’immagine esterna del corpo; egli,
spinto dalla sua viva curiosità, volle scoprire come era fatto il corpo nel suo
interno, come funzionavano i muscoli, dove erano situati gli organi interni e
così via. È per questa ragione che i suoi disegni divennero sempre più degli
strumenti d’indagine scientifica.
Per
Leonardo il disegno era addirittura più efficace delle parole ed era in grado
di trasmettere molte più informazioni di
un testo scientifico.
L’artista
rappresentò ogni parte del corpo umano, come fosse il pezzo di una macchina,
con una precisione e una nitidezza impressionanti.
All’epoca,
questo metodo di indagine non aveva precedenti. Anche in questo campo, Leonardo
anticipò i tempi.
I
disegni e le rappresentazioni iniziarono a essere utilizzate, nella ricerca
scientifica, solo un secolo dopo gli esempi di Leonardo. Fu solo al tempo di
Galileo Galilei, infatti, che si comprese l’importanza della vista, per
studiare i fenomeni della natura e l’invenzione del cannocchiale ne permise il
perfezionamento e il potenziamento.
La
scienza non si sarebbe sviluppata fino ai livelli dei nostri giorni, se non
avesse avuto le immagini raccolte dai telescopi e dai microscopi. Appare
evidente, quindi, l’importanza dell’intuizione dell’artista toscano, che comprese
come lo studio della scienza non potesse basarsi solo sulle parole e sulle
formule matematiche, ma avesse bisogno dei disegni e delle immagini.
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